PERSEGUITATI: Padre Adolfo: Ha sofferto per salvarmi

Mentre loro fantasticavano che la sofferenza gliela procurassi io, lui mi rassicurava dicendo che non dovevo temere. Per anni mi ha difeso dall’astio che provavano i superiori nei suoi e nei miei confronti, e scaltramente facevano finta di essere comprensivi. Ma questo l’ho scoperto in seguito. E che dire di quei frati che nemmeno conoscevo, che dicevano di me le cose più assurde? Lui cercava sempre di mitigare i sentimenti che suscitavano in me, le continue minacce che facevano a lui. E taceva, per non far divampare quel fuoco che sentivo dentro, a vederlo umiliato in tal modo. Mi scandalizzava, non potevo credere che arrivassero a tal punto, tanto è vero che lui nelle lettere scriveva a loro:

Maria non è un frate, lei non è tenuta ad obbedire a voi, non la potete costringere…

E assistevo impotente alla persecuzione e non potevo fare nulla. Mentre loro gli impedivano di portare a termine ogni proposito per risolvere i miei problemi, con ogni mezzo!!.

Era intelligente e lucido, e si fidava di Dio ciecamente. Avrebbe potuto denunciarli tante volte e invece li scusava, attendeva, non si rassegnava nel vederli ridotti così. E ad un certo punto si era pentito di essersi fidato dei superiori! I suoi confratelli lo compativano e lo consideravano un ribelle, gli facevano dispetti, lui non si aspettava certe reazioni.

Ma se usano della Regola per dominare e di Francesco si gloriano solo  durante nelle prediche e per spacciare poesie, cosa ci si può aspettare?

Ecco uno stralcio della sua sofferenza dalla sua voce, a riprova che non mento.

La gente idealizza sui cosiddetti “frati del popolo” i  pochi e veri frati spesso sono perseguitati.

Chi li conosce occasionalmente li adula, idealizza, qualcuno dice che sanno fare bene il loro “mestiere”   a me invece hanno testimoniato il loro vuoto. E se lui ha fatto la differenza, il merito non è dell’Ordine in quanto esso non rappresenta più la Carita e l’Amore!

A nulla valsero le numerose lettere, e lui non sapeva più come giustificarsi, perchè non le leggevano, erano prevenuti, non approfondivano, erano troppo occupati a puntare il dito, e lui  era stanco di scrivere, di  baciare le mani di questa gente, che prepotentemente indignata, perchè lui non si piegava, non faceva altro  che denigrarlo e maltrattarlo.

74 anni di vita religiosa, follemente innamorato di Dio! Che cosa sono stati veramente per lui questi confratelli? A quale ipocrisia é stato soggetto, quanto non lo conoscvano al punto da essere considerato uno che faceva di “testa sua” e maltrattato sistematicamente?

 

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